Ein Lehrer, der das Gefühl an einer einzigen guten Tat, an einem einzigen guten Gedicht erwecken kann, leistet mehr als einer, der uns ganze Reihen untergeordneter Naturbildungen der Gestalt und dem Namen nach überliefert. J.W.G.

domenica 26 maggio 2013

L'auspicato "ritorno" di T. Sankara, nelle vesti del ministro brasiliano Rousseff.


In occasione delle celebrazioni dei 50 anni della nascita dell’Unione Africana, il Governo Brasiliano ha annunciato di voler cancellare il debito di 900 milioni di dollari a dodici nazioni del continente.
A comunicarlo ufficialmente è stato Thomas Traumann, portavoce del primo ministro del Brasile, Dilma Rousseff, ad Adis Abeba, la capitale dell’Etiopia. A tale proposito, Truman, ha dichiarato che:
La relazione speciale con l’Africa e’ parte della strategia di politica estera del Brasile.


http://www.polisblog.it/post/91427/il-brasile-cancella-il-debito-a-dodici-nazioni-africane-e-crea-una-nuova-agenzia-di-sviluppo

martedì 9 aprile 2013

Caso Ilva

Taranto: situazione drammatica che pone interrogativi difficili. Ci si trova a dover scegliere tra la vita e il lavoro, un lavoro che, in questo caso, si muove in direzione opposta alla vita stessa.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/04/07/Ilva-corteo-Taranto-migliaia-partecipanti-_8512673.html

giovedì 21 febbraio 2013

Variazioni appello di esame di giovedì, 28 febbraio 2013


Per sopravvenuti e improrogabili impegni istituzionali  l'appello di etica applicata previsto per giovedì, 28 febbraio 2013 ore 9.00 Cubo 18C studio docente deve essere spostato al giorno seguente,venerdì, 1 marzo 2013, ore 9.00 stesso luogo,  
Chiedo scusa agli iscritti all'appello e porgo loro le mie scuse per il disagio che tale variazione comporta,
cordiali saluti,
Il Docente

sabato 9 febbraio 2013

L'imperativo e il caso concreto.


Fino a che punto è giusto sottolineare la necessità di seguire un principio quando quest'ultimo si scontra con la concretezza delle situazioni quotidiane?
Qui sotto il caso di alcuni bambini malati di cancro, aiutati dall'associazione Onlus "Peter Pan", che ricevono una lettera di sfratto.


http://www.lastampa.it/2013/02/09/blogs/obliqua-mente/sfratto-ai-bambini-malati-di-cancro-LlYbCPrtXNNypiLE7JUBjI/pagina.html

venerdì 8 febbraio 2013

Compro Oro

http://www.linkiesta.it/compro-oro-mafia# 

Compro oro, gli avamposti della criminalità organizzata

Alessandro Sarcinelli - Non sono una risposta alla crisi: i compro oro nascono, molto spesso, ad uso e consumo della criminalità organizzata. Le attività? Riciclaggio di denaro sporco, ricettazione, usura. In mezzo a questo fenomeno, soprattutto a Milano e in Lombardia –dove sono fioriti come funghi – la politica tace e resta immobile.

Gennaio 2013, Milano. Tre negozi nello stesso isolato aperti negli ultimi mesi, vetrine oscurate e pubblicità martellanti. A Milano come nel resto d’Italia, il fenomeno è talmente sfuggito di mano che non esistono statistiche aggiornate sul numero effettivo di compro-oro, ma secondo l’Aira (Assocazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio) sono oltre 30000 sparsi in tutta la penisola e fatturano 14 miliardi euro all’anno, l’equivalente di una finanziaria.

“Effetto della crisi, si vendono i gioielli di famiglia per pagare l’Imu e le bollette” hanno ipotizzato alcuni quotidiani. «Niente di più falso – dichiara Ranieri Razzante, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia – La percentuale di persone in difficoltà economica che si recano in questi negozi è assolutamente irrilevante». Che l’offerta di compro-oro sia sproporzionata rispetto alla domanda è evidente; centinaia di questi esercizi rimangono deserti anche per giorni interi. Dietro la proliferazione di queste attività c’è molto altro che non il semplice commercio di metalli preziosi.

Ricettazione, riciclaggio di denaro sporco, usura ed evasione fiscale: sono questi i reati più contestati. Secondo le recenti indagini della Guardia di Finanza l’attività illecita è imputabile al 60% dei compro-oro e di questi il 20% è gestito direttamente dalla criminalità organizzata; a favorirne la crescita ci sono meccanismi relativamente semplici che sfruttano la totale assenza di un quadro normativo.

In primo luogo sempre più spesso scippatori e ladri d’appartamento si liberano della refurtiva rivendendola immediatamente a quegli esercizi che non richiedono una dichiarazione sulla provenienza dell’oggetto, non obbligatoria per legge. I pedinamenti e le intercettazioni ambientali delle forze dell’ordine hanno sgominato intere bande che si avvalevano di questo sistema; addirittura molte persone hanno ritrovato i loro preziosi rubati presso i negozi.

Se invece si tratta di criminalità organizzata, i compro-oro vengono usati per liberarsi del denaro sporco: il cliente viene pagato con il contante guadagnato con lo spaccio di droga e lo sfruttamento della prostituzione. I clan inoltre si arricchiscono concedendo prestiti a tasso d’usura in cambio dell’impegno temporaneo di oggetti preziosi. Infine non dichiarano il passaggio dell’oro alla fonderia, eludendo il fisco e facendo così concorrenza sleale agli operatori onesti.

Tuttavia l’assenza di tracciabilità non è l’unico vantaggio per la criminalità; il problema maggiore è la facilità con cui si aprono gli esercizi: è sufficiente affittare un locale di 10 metri quadri e in 24 ore si è già operativi. A ciò si aggiungono passaggi di proprietà troppo repentini per non destare sospetti: in media ogni 2-3 mesi cambia la gestione.

A completare il quadro di attività illecite sono i continui tentativi di truffa ai danni della clientela tramite bilance truccate: la valutazione di una catenina d’oro può variare tra i 375 e i 530 euro, nello stesso giorno e nello stesso quartiere, a seconda dal grado di onestà dell’esercente.

«Per peso demografico, Pil e immigrazione clandestina, la Lombardia, Milano in particolare, ha una sorta di attrazione magnetica per la criminalità organizzata», spiega Patrizio Locatelli, coordinatore di Anopo (Associazione Nazionale Operatori Professionali Oro). Così anche nella regione più ricca d’Italia, i clan non si sono lasciati sfuggire il business dell’oro. A documentarlo è un dossier realizzato in collaborazione tra Aira e Anopo.

Per ottenere una mappatura completa di tutti gli esercizi sul territorio sono state incrociate due ricerche: una tramite i canali ufficiali (Pagine Gialle e Banca Dati Cerved) e l’altra tramite una osservazione sul campo e Google. Dall’indagine emerge un’incoerenza totale tra i risultati ottenuti: secondo i canali ufficiali gli esercizi aperti sono 453, ma nella realtà se ne contano oltre 7000.

Razzante punta il dito contro le amministrazioni locali: «Non c’è stata nessuna reazione né della giunta Pisapia né dalla giunta Formigoni». David Gentili, presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano, ammette le responsabilità: «Abbiamo sottovalutato il problema e ora siamo in ritardo di parecchi mesi». Tuttavia qualcosa inizia a muoversi e in febbraio lo stesso Gentili incontrerà i vertici di ANOPO per pianificare una strategia.

Ma se la politica locale latita, anche a livello nazionale il fenomeno è completamente ignorato. L’unico atto ufficiale sul tema è una proposta di legge dell’onorevole Mattesini (PD) risalente al 31 ottobre scorso, e attualmente a prendere polvere nei cassetti della Commissione Antimafia.

Così nella lotta contro illegalità rimangono le forze dell’ordine e la magistratura. «Sono il nostro unico baluardo. Combattono quotidianamente le infiltrazioni mafiose nell’indifferenza generale- attacca Razzante – e questo lo trovo scandaloso».

mercoledì 30 gennaio 2013

G. Page e il suo controllo del cibo nel pianeta





GREGORY PAGE – L’uomo che controlla il cibo del pianeta


HA 59 ANNI E NON CONCEDE INTERVISTE

Sicuramente il suo nome e quello della sua impresa non vi dicono niente. Eppure nelle sue mani passano la gran parte degli alimenti che riuscite a immaginare. Cargill è una delle quattro compagnie che controllano il 70% del commercio mondiale del cibo. Mentre il mondo affronta la più grande crisi alimentaria da decenni, loro fanno cassa “leggendo i mercati”….. Funziona così.Voi non lo sapete, ma il pane della vostra colazione è una merce con più valore del petrolio. La farina con cui è fatto si chiama Cargill. Vi dice qualcosa? E si chiama Cargill anche il grasso del burro che spalmate sul pane e il glucosio della marmellata.Cargill è il mangime che ha ingrassato la vacca da latte e la gallina che ha fatto le uova che friggiamo in padella. Cargill è il chicco di caffè e il seme di cacao; la fibra dei biscotti e l’olio di soia. Il dolcificante delle bibite, la carne dell’hamburger, la farina della pasta? Cargil. E il mais dei nachos, il girasole dell’olio, il fosfato dei fertilizzanti…? E l’amido che le industrie del petrolio raffinano per convertirlo in etanolo e mescolarlo alla benzina? Indovinate.

NON CERCATE MARCHE O ETICHETTE NON LE TROVERETE

Cargill ha attraversato la storia in punta di piedi. Com’è possibile che un’impresa fondata nel 1865, con 131.000 impiegati divisi in 67 paesi, con un fatturato annuo di 120.000 milioni di dollari, quattro volte quello di Coca-Cola e cinque quello di McDonald sia così sconosciuta? Come si spiega che una compagnia così gigantesca, con conti che superano l’economia del Kuwait, del Perù e di altri 80 paesi, sia passata inosservata? In parte perché è un’impresa familiare. Sì, i numeri stupiscono, ma Cargill non è quotata in borsa e non deve dar conto a nessuno. I soci sono uno sciame di discendenti dei fondatori, i fratelli William e Samuel Cargill, contadini dello Iowa che crearono un impero nel XIX secolo grazie a un silos di cereali collegato alla via ferroviaria in un paesino della prateria che non esisteva sulla cartina. Più tardi, un cognato – John MacMillan – prese le redini e per decenni, i Cargill e i MacMillan aggiunsero silos di grano, mulini, mine di sale, macelli e una flotta di navi mercantili. Oggi, circa 80 discendenti si suddividono i ricavati e giocano a golf. Di loro si sa poco, salvo che nelle feste gli uomini portano gonne scozzesi per onorare gli antenati. E che sette siedono nel consiglio d’amministrazione e sono nella lista Forbes dei più ricchi del pianeta, con fortune che si aggirano attorno ai 7000 milioni ciascuno. Il presidente della compagnia è Greg Page, un tipo flemmatico a cui piace dire, con lentezza, che Cargill si dedica “alla commercializzazione della fotosintesi”.

IN REALTA’ C’E’ POCO DA SCHERZARE

Quest’anno i prezzi degli alimenti di base sono aumentati in modo vertiginoso: il grano l’80%, il mais 63, e il riso, quasi il 10; i tre cereali che danno d mangiare all’umanità. Sono massimi storici, avverte la FAO, maggiori dei prezzi che nel 2008 causarono rivolte in 40 paesi e condannarono alla fame 130 milioni di persone. E i prezzi continueranno ad aumentare, pronostica il Financial Times. “Il prezzo dei cereali è critico per la sicurezza alimentare perché è l’elemento di base dei paesi poveri. Se i prezzi continuano a crescere ci saranno altre rivolte”.Le cause sono molteplici. Un insieme di siccità, cattivi raccolti e speculazioni. A guadagnarci sono in pochi. E tra loro ci sono le mastodontiche imprese che controllano il commercio mondiale dei cereali. Cargill ha triplicato i benefici nell’ultimo semestre e i suoi guadagni superano i 4000 milioni di dollari, record raggiunto nel 2008 nel pieno della crisi alimentare. La compagnia aveva scommesso che la siccità in Russia, uno dei grandi produttori mondiali, avrebbe obbligato Vladimir Putin a proibire le esportazioni per assicurare il consumo interno. E indovinò. “Abbiamo fatto un buon lavoro leggendo i mercati e abbiamo reagito rapidamente”, spiegò un portavoce di Cargill. In cosa consiste la reazione? Si tratta, essenzialmente, di giocare al Monopoli, comprando i raccolti nel mercato del futuro, cioè prima che sia piantato un solo seme, e di venderli poi in un posto o l’altro del pianeta, là dove risulti più proficuo..

Traduzine a cura di Mario Sei

Fonte: Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org/

giovedì 10 gennaio 2013

Il compagno Juncker

http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/

Emergenza disoccupazione

Eurozona afflitta da un grave problema: disoccupazione i cui tassi aumentano sensibilmente.
A denunciarlo è il Presidente dell' Eurogruppo Jean Claude Juncker, che propone l'introduzione del salario minimo in tutti i paesi dell' Euro.
Una situazione difficile, che tocca tantissime famiglie ma anche tanti giovani, a guardare dagli ultimi dati Istat, che parlano chiaro e sono il riflesso delle condizioni ormai sempre più negative in cui viviamo.


http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201301101301-ipp-rt10109-disoccupazione_juncker_cita_marx_salario_minimo_in_paesi_euro


http://it.ibtimes.com/articles/26489/20120105/record-tasso-disoccupazione-giovanile-in-italia.htm

McDonald's : il nuovo 'Redentore' della crisi italiana. -.-"

Energia Elettrica della Terra

L'invenzione di TESLA: free energy (energia elettrica gratuita) e il predominio economico. 

http://www.nikolatesla.it/energia-elettrica-della-terra

domenica 6 gennaio 2013

Crisi economica e allarme sociale.


La crisi economica con la quale purtroppo conviviamo ogni giorno diventa sempre più insopportabile e spinge a comportamenti violenti, che devono farci riflettere.
 Tutto ci sembra lontano, tutto sembra non appartenerci fino a quando non tocca anche noi.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/04/crisi-economica-portera-violenza-in-tutta-europa-parola-di-croce-rossa/460593/